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Mondiale Formula 1 2018, sistema di protezione Halo su tutte le monoposto

Halo, il sistema di protezione della testa che presenta una forma ad aureola, sarà presente in tutte le monoposto di Formula 1 a partire dalla stagione 2018. La ratifica ufficiale, relativa all’adozione di Halo nel Mondiale, è arrivata da parte del Consiglio Mondiale del Motorsport della Fia che, sotto la Presidenza di Jean Todt, si è riunita a Parigi.

Dopo l’approvazione del sistema di protezione nello scorso mese di luglio, la ratifica da parte della Fia è avvenuta nei giorni scorsi all’unanimità unitamente ad altre misure per la sicurezza delle monoposto di F1 in pista, dai sistemi di ritenzione delle ruote e fino ad arrivare ad ulteriori miglioramenti che i costruttori dovranno apportare per rendere il telaio ancora più resistente. Nella stessa riunione, inoltre, il Consiglio a seguito di una gara d’appalto, per i Mondiali di F1 del 2018 e del 2019, la Sentronics è stata scelta per le scuderie come fornitore esclusivo dei misuratori di flusso di carburante.

L’obiettivo è chiaro ed è quello di aumentare gli standard di sicurezza per prevenire in Formula 1 i casi di incidenti mortali. L’introduzione dell’Halo non risolverà in ogni caso tutti i problemi legati alla sicurezza e nello stesso tempo ne introdurrà altri a partire da una riduzione del campo visivo del pilota alle velocità più elevate, e passando per il fatto che potrebbe diventare più difficile l’uscita del pilota dell’abitacolo in caso di emergenza.

In più, con Halo non si risolveranno del tutto incidenti come quelli legati all’impatto del casco del pilota con detriti che potrebbero staccarsi dalle monoposto che stanno davanti. Nel dettaglio, secondo gli esperti anche con Halo le conseguenze sarebbero state comunque gravi quando nel 2009, durante il Gran Premio di Ungheria, Felipe Massa venne colpito da un detrito staccatosi dalla Brawn Gp guidata da Rubens Barrichello.

Nello stesso tempo, pur tuttavia, anche se non è facile fare certi discorsi con il senno di poi, l’Halo avrebbe potuto salvare la vita a Jules Bianchi che morì, dopo più di nove mesi di coma, a causa di un incidente verificatosi nel corso del Gran Premio del Giappone del 2014. In quell’occasione il pilota francese uscendo di pista andò a finire con la sua vettura, a velocità elevata, sotto una gru mobile che si trovava nella via di fuga al fine di rimuovere la Sauber di Adrian Sutil che a sua volta era uscito di pista nel giro precedente.